Perché l’approccio educativo che utilizzo nel mio lavoro è un fattore differenziante e rende la mia pratica davvero diversa dalle altre pratiche corporee?
In pratica, nelle mie lezioni impari il movimento funzionale per essere in salute, cioè impari a muoverti con più semplicità, con più leggerezza e fluidità per migliorare i gesti della vita quotidiana, per non avere più dolore e limitazioni di movimento, per performare nel tuo sport preferito e fare attività fisica con piacere.
Per comprendere la differenza tra il mio metodo e le altre pratiche corporee, devi cercare di comprendere la differenza tra apprendimento e addestramento della forza di volontà. Quando ci alleniamo, infatti, stiamo addestrando i muscoli volontari, cioè tutti quei muscoli del corpo la cui contrazione è regolata da attività cerebrale volontaria.
Il mio approccio, invece, è educativo e presuppone che tu possa imparare movimenti nuovi, più funzionali e non solo muovere il corpo in maniera meccanica, secondo le tue abitudini di movimento.
L’apprendimento non è l’addestramento della forza di volontà, ma l’acquisizione della capacità di inibire l’azione parassitaria e di dirigere chiare motivazioni, risultanti dalla conoscenza di noi stessi.
Ogni azione che vogliamo portare a termine presuppone una intenzione iniziale. Se questa intenzione incontra resistenze, che sono date principalmente dalle abitudini di movimento, non produrrà l’azione che avevamo in mente, così fluida e facile come nella nostra immaginazione e forse risulterà goffa e non adatta allo scopo.
Più si allena la forza di volontà e più si diventa compulsivi, rigidi nella mente e nei modi e rigidi nel corpo.
L’apprendimento è possibile ed è realmente efficace quando l’intera struttura corporea viene a trovarsi in uno stato in cui il sorriso può trasformarsi in risata senza interferenze, naturalmente e spontaneamente.
Qualunque difficoltà viene ridotta quando si usa la percezione per affinare la sensibilità. Ed è proprio una maggiore sensibilità che permette al cervello il controllo sull’escursione muscolare e l’inibizione di tutte quelle resistenze, piccole azioni ostacolanti e inutili, che costituiscono la motivazione cosiddetta incrociata.
Eliminare la “motivazione incrociata”, cioè estranea all’azione in corso, e conseguire la “monomotivazione” è frutto di apprendimento: ogni azione o meglio ogni funzione, per essere migliorata, va destrutturata e imparata di nuovo come fosse la prima volta.
Per funzione si intende, per esempio, camminare oppure stare seduti, oppure correre.
In questo processo di apprendimento in cui impariamo, appunto, una nuova organizzazione del modo di fare, occorre più pazienza, più gentilezza verso se stessi.
Se decidi di lavorare con me, nelle mie lezioni sperimenti che si può imparare con serenità, con paziente obiettività e senza una serietà compulsiva.
Stringere i pugni, corrugare le sopracciglia, serrare la mascella, per esempio, sono tutte espressioni di uno sforzo impotente.
La mia esperienza mi ha insegnato che la forza di volontà è necessaria solo dove manca la capacità di fare.
Nelle lezioni che ti propongo faccio in maniera che il tuo sistema nervoso possa esplorare il più possibile di molte funzioni e il cervello tenderà a scegliere il modo migliore di fare.
L’allenamento funzionale ti permette di migliorare la qualità del movimento e di facilitare l’esecuzione di ogni tuo gesto nella consapevolezza di ciò che vuoi portare a compimento. Il movimento meccanico e senza significato diventa il movimento funzionale per essere in salute. E questo movimento può essere anche il semplice gesto quotidiano che diventa strumento per stare bene.
Ti ricordo che è attivo il programma breve di tre lezioni per il mal di schiena e il percorso di dodici settimane per liberarsi da dolori ricorrenti e cronici, da ansia e stress. Sin da subito, le lezioni ti aiuteranno a riprendere dolcemente tutte le attività del quotidiano che ti sono diventate difficili e che ti rendono dipendente da qualcuno, che stanno compromettendo le tue relazioni personali e professionali e potrai ritornare a una vita piena.
La citazione che segue è di Moshe Feldenkrais, ideatore del metodo che porta il suo nome e che è alla base del mio lavoro.
Quando vogliamo fare qualcosa e lo troviamo difficile, ci sono sempre contrazioni non volute a cui diamo corso, dovute a motivazioni non riconosciute. Siamo costretti a sforzarci fino a un livello di eccitazione sufficiente per vincere non solo la difficoltà oggettiva, ma anche la resistenza interna.
Da qualche parte, tra la testa e il bacino, mettiamo in atto ciò che corrisponde alla nostra esperienza personale di essere deboli, di essere inferiori al compito, di non essere abbastanza bravi o di cercare di sembrare l’opposto di queste cose: in breve mettiamo in atto la compulsione.