Il dolore è il sintomo centrale delle malattie reumatiche. La percezione del dolore a livello centrale è influenzata, oltre che dal grado di infiammazione, da numerose situazioni ambientali e neuro-psico-affettive che possono concorrere a peggiorare la qualità di vita.
Se soffrite di dolori cronici vi sarete accorti che non è “sempre uguale”. C’è una percezione diversa del dolore perché, nel corso della malattia, in alcuni momenti si vivono emozioni negative come ansia, angoscia e paura.
L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica e in molti casi conduce alla progressiva perdita della normale funzione articolare e alla disabilità. Si assiste impotenti all’alterazione di alcuni meccanismi coordinativi. Cambia la percezione di sé e del mondo. Si assiste a cambiamenti emozionali e relazionali.
L’alterata percezione del sé corporeo, nel gesto come nelle relazioni, porta a lungo andare ad alterazioni strutturali, a disfunzioni della colonna vertebrale, soprattutto a livello lombare.
Vuol dire che non sai più come si cammina, come si prende in mano un oggetto senza farlo cadere o come si fa un banale lavoro manuale senza avere male. Penso alle volte che dovevo avvitare la moka del caffè… Penso a come ho fatto ad infilarmi le calze, a salire quei tre gradini davanti alla porta di casa…
Spesso è necessario l’intervento chirurgico per il recupero funzionale di articolazioni gravemente danneggiate (ginocchio, anca). Per questo è opportuno lavorare, per quanto possibile anche prima dell’operazione, per ottimizzare la funzionalità dell’articolazione e non aspettare l’intervento come se fosse “liberatorio”.
Nel tempo l’artrite porta a modificare il movimento nel suo complesso anche in distretti non coinvolti direttamente dal dolore e dall’infiammazione. Si modifica il cammino; l’equilibrio tonico-posturale si altera; si perdono automatismi senso-motori. Intanto si cercano soluzioni, cure, alternative. E si lotta.
Un tempo al malato si chiedeva “Cosa ti manca” e non “Cos’hai”. La malattia, per come l’ho vissuta io, è sempre stata una mancanza di…
Forse ci siamo ammalati perché ci eravamo allontanati da noi stessi e dal senso della nostra vita. Forse con la malattia ci percepiamo in maniera diversa ed è una buona occasione per riavvicinarci a noi stessi, per riconoscere i nostri bisogni, di avere dei bisogni. Una visione allargata, un cambio di prospettiva, l’opportunità che c’è in ogni malattia.
E così si diventa responsabili di tutto quello che la malattia comporta. Si hanno delle responsabilità anche nella perdita di capacità funzionale.
È dimostrata l’importanza dell’attività fisica nella cura dell’artrite reumatoide e la necessità che questa venga svolta in modo costante, per l’intero decorso della malattia e non solo in strutture riabilitative, al fine di mantenere nel tempo i benefici che può dare.
Il mio percorso è stato quello di educazione e autoeducazione attraverso il movimento con il Metodo Feldenkrais. Oggi, come insegnante del Metodo ho costruito un programma che sottolinea l’importanza di educare la persona a partecipare attivamente al proprio benessere. Un percorso per seguire i miei allievi con estrema attenzione, vista la situazione di disagio e malattia.
Ogni malato ha la sua malattia e considerando le particolarità di ogni singolo individuo, nessun “trattamento” è uniformemente efficace in tutti i malati.
Le diagnosi mediche possono essere le stesse a fronte degli stessi sintomi, ma occorre tener presente che gli schemi di movimento che gli individui adottano non sono mai uguali.
Si tratta di un processo di apprendimento soggettivo e personale e tuttavia oggettivamente efficace che risponde ai bisogni delle persone.
È un sistema educativo per sviluppare l’apprendimento funzionale; non si colloca nel campo medico e riabilitativo, non ha lo scopo di curare o guarire, ma di ri-educare.
È una pratica di lavoro psicofisico e non una ginnastica; è un sistema di movimenti o meglio di processi di apprendimento basati sulle leggi scientifiche del movimento e sui principi dinamici della sua organizzazione neurologica.
Il Metodo offre la possibilità di imparare attraverso due modalità: lezioni di gruppo e lezioni individuali. Queste modalità sono state ideate dal fisico e ingegnere israeliano Moshe Feldenkrais (1904-1984).
Impariamo a percepire noi stessi in un modo diverso e impariamo a muoverci in un modo diverso. Attraverso il nuovo modo di muoverci possiamo percepire noi stessi in un modo nuovo (Circolarità della sensomotorietà).
Il Laboratorio: Feldenkrais e artrite reumatoide.
Attraverso questo programma si esplorano le proprie capacità nelle funzioni umane di base come respirare (consapevolezza del movimento respiratorio), star seduti, passare da una posizione all’altra (alzarsi dalla sedia e dal letto), camminare, allungare il braccio, girarsi e le possibilità in cui queste funzioni possono essere migliorate.
Benefici
Sollievo dai sintomi di dolore
Maggiore flessibilità e facilità di movimento
Rilassamento profondo e respiro più completo
Più benessere emotivo, comfort e vitalità
Miglioramento dell’immagine di sé.
Il programma, con incontri a cadenza settimanale, dura minimo tre mesi e include tre lezioni individuali. Attivabile su richiesta con un minimo di 4 partecipanti.
Per approfondimenti leggi anche il mio articolo Trovare la propria forma di movimento e
Le terapie mente-corpo nella riabilitazione reumatologica
4.b Il metodo Feldenkrais-core integration
Monica Landi
Nota bibliografica: La riabilitazione multidisciplinare del malato reumatico, Maddali e Bruni, Firenze, p. 359-362