“La penna e la spada sono la medesima via.” (Antico motto dei Samurai)
Si parla tanto di allenamento, di bel fisico, di tonicità e di “essere in forma”: tutti dispensano consigli per come allenarsi, per conseguire un risultato. Il mio non può quindi essere l’ennesimo consiglio e non vuole esserlo. Vorrei solo fornire un altro punto di vista e forse ci avete già pensato: perché non allenare il cervello?
In fondo il sistema nervoso è il sofisticato sistema da cui i nostri muscoli prendono ordini, da cui trae origine la forza di volontà o la determinazione. Noi stessi siamo un sistema interconnesso fatto di corpo, cervello ed emozioni che lavorano per il risultato, per il benessere globale.
Si tratta quindi di adottare un nuovo atteggiamento nei confronti di noi stessi e dell’ambiente per essere quello che vogliamo, non si tratta di raggiungere e di cambiare niente.
Continuate a leggere se volete farvi un’altra idea di allenamento.
Non è un consiglio, non è ricominciare a fare i capricci o mangiare con le mani (a me piace tantissimo e lo faccio tutte le volte che posso!). Vi suggerisco semplicemente di imitare il modo in cui i bambini imparano. L’idea che da adulti abbiamo minori capacità di apprendimento che da bambini è un mito da sfatare. Le ricerche delle neuroscienze hanno ormai smentito l’esistenza di un collegamento tra l’età e la capacità di imparare e hanno confermato che, se ci sono le giuste condizioni, si impara durante tutto l’arco della vita. Leggete questo mio articolo.
La chiave per apprendere, anche rapidamente, come quando eravamo bambini, sta nell’adottare certi atteggiamenti dell’infanzia. I bambini per esempio non si imbarazzano, hanno voglia di giocare con il corpo e sperimentare alcuni movimenti e sono disposti a fare errori. Ed è proprio facendo errori che si impara. Fare errori da bambini è normalissimo, ma da adulti diventa: “Oddio ho sbagliato!” Forse ci avete fatto caso che da adulti tendiamo a dire “Non so fare questa cosa” invece di “Non ho provato a fare questa cosa o non ho ancora imparato”. Ci diciamo spesso: non so guidare, non so parlare inglese, non so giocare a tennis. Ci vergogniamo del “fallimento” o anche solo di una cosa che non sappiamo fare bene, ma quando eravamo bambini questa non era assolutamente una preoccupazione. La voglia di imparare e la curiosità ci spronava a provare.
Primo passo, quindi, per imparare una cosa nuova è ammettere che non possiamo saper fare tutto, ma che siamo liberi di intraprendere una nuova avventura e fare progressi. Lasciate andare le vostre inibizioni e mettetevi alla prova.
Siate disposti a fare errori: questo vuol dire essere pronti a mettersi in situazioni anche imbarazzanti, sentirsi un po’ inadeguati. Spesso pensiamo di sapere come si fa perché abbiamo capito con la testa, ma occorre anche mettersi alla prova e sperimentare. Occorre sviluppare una certa sensibilità che ci faccia cogliere le differenze e pian piano riusciremo a fare progressi e migliorare. Siate curiosi sempre e osate fare nuove esperienze. Qual è stata l’ultima volta che avete assaggiato una nuova pietanza?
Sviluppare sensibilità e consapevolezza è un punto cruciale perché il nostro sistema nervoso e il nostro cervello funzionano meglio proprio in presenza di questi elementi.
Quando porti l’attenzione alle tue sensazioni e a ciò che senti quando ti muovi, il cervello inizia immediatamente a costruire miliardi di nuove connessioni neurologiche che stimolano il processo di apprendimento e ti consentono di trovare nuove strade e trasformare le tue intenzioni in azioni per fare ciò che desideri.
“La ripetizione non paga. Per cambiare occorre apprendere nuove modalità.” (MovimentiNaturali)
Per migliorare ci si allena, spesso con esercizi ripetitivi, ma la ripetizione dal punto di vista funzionale, comporta il servirsi sempre dello stesso schema, che si conosce bene.
Cambiare schema significa inevitabilmente apprendere perché si tratta di distinguere e scegliere tra diversi schemi di movimento o azioni possibili; essere in grado di apprezzare piccole differenze e dettagli.
Le lezioni di Metodo Feldenkrais propongono spesso i movimenti delle fasi di sviluppo dell’essere umano che sono familiari a ognuno di noi: si diventa così più consapevoli delle proprie risorse, aumenta la fiducia in se stessi e la voglia di nutrire le proprie passioni. Non vi è un modo giusto o sbagliato per compiere gli “esercizi”, poiché il vero scopo non è eseguirli in una maniera particolare. Quando fate questi movimenti e prestate contemporaneamente attenzione a voi stessi, incominciate ad inviare nuovi messaggi al vostro sistema nervoso, il quale a sua volta rimanda messaggi nuovi ai vostri muscoli: tutto è collegato e tutto si riorganizza. Pian piano vi accorgete che le vostre azioni diventano facili ed efficaci.
Quando infrangete l’abituale modello neuromuscolare, cominciate a pensare, a muovervi, a sentire e percepire in modo più espansivo rispetto al vostro solito. Perciò le lezioni di Movimenti Naturali con il Metodo Feldenkrais tendono a liberare il sistema nervoso, più che a distendere o rafforzare i muscoli.
L’unità corpo-mente è in grado di ristrutturarsi continuamente per accogliere informazioni nuove e più creative.
4. Rilassatevi
Non vi preoccupate troppo…
“Feldenkrais non si limita a lavorare sui muscoli, ma opera delle trasformazioni sul cervello stesso.” (Karl Pribram, neurofisiologo)
Le espressioni “senza fatica nessun risultato” e “sforzati di più” sono molto comuni nella nostra cultura. Tuttavia, il cervello ha bisogno che tu faccia esattamente il contrario per superare ogni sorta di limitazione e dolore.
Affinché il cervello possa ricevere nuove informazioni è necessario che tu riesca a percepire le differenze.
Riducendo la forza con cui ti muovi e con comportamenti e pensieri gentili verso te stesso e gli altri aumenta la tua sensibilità e di conseguenza l’aumento della sensibilità migliora la capacità del cervello di percepire la più sottile delle differenze.
Questa capacità, nota come neuroplasticità, riveste un ruolo cruciale nei processi di apprendimento.
La scienza della plasticità cerebrale mostra come, nelle giuste condizioni, il cervello adulto può ristrutturarsi in modo notevole. Anche nell’adulto, come nel bambino, può avvenire la nascita di nuove cellule cerebrali, cosa che si credeva impossibile non molto tempo fa.
Aiutare il cervello a cambiare e sviluppare nuovi percorsi neurologici e connessioni significa aiutare la persona a superare la limitazione e il dolore, a raggiungere livelli sempre maggiori di prestazioni fisiche, di equilibrio emotivo e di creatività.
Il Metodo Feldenkrais è fondamentalmente un metodo educativo che integra le conoscenze di molte discipline e tutti gli aspetti della vita. Incoraggia le persone a fidarsi della propria esperienza, a pensare autonomamente e a cercare di realizzare i propri sogni. Semplice e scientifico, può essere appreso da chiunque.