Mi piacciono le comodità, internet, il cellulare eppure a volte vivo con un senso di disagio questo tempo in cui la comunicazione corre veloce, in cui tutto è veloce.
Certo trent’anni fa dovevo starmene a casa ad aspettare una telefonata importante e nelle notti di luna piena guardavo la luna sperando che una persona cara e in quel momento lontana da me, stesse facendo la stessa cosa. Così i nostri pensieri si sarebbero incontrati.
Sapete quale è stata la più grande rivoluzione per l’umanità dopo la scoperta del fuoco e della ruota? Internet.
E così è possibile e bello poter raggiungere chiunque nell’arco di pochissimi secondi, con un messaggio. È possibile mandargli una foto, vedere dov’è e cosa sta facendo.
Tutto questo è fantastico, ha ancora dell’incredibile! Eppure sento contemporaneamente il bisogno di rallentare per riflettere, leggere, studiare. Sento il bisogno di andare piano, di avere ricordi.
Serve tempo per guarire, per dimagrire, per creare legami e non è vero che se stiamo poco con i nostri cari, con i nostri figli, ci salva la qualità del tempo che dedichiamo loro.
Il tempo è ancora il regalo più prezioso che possiamo fare a un’altra persona. Regalare il nostro tempo. Tempo da trascorre insieme. Tempo da perdere insieme. Serve tempo per guardare un paesaggio.
Se riflettiamo sull’idea del tempo saremo capaci di distinguere tra la fretta e la velocità. Bisogna prendersi tempo per fare qualcosa e se non vi concedete sufficiente tempo, allora dovrete fare la cosa in fretta. Forse vi verrà male, non riuscirete e finirete per concludere di non essere bravi.
Se ci muoviamo velocemente possiamo fare solo ciò che sappiamo già fare, perché l’abitudine di movimento avrà il sopravvento: è così che funziona il nostro cervello. Non c’è spazio per l’apprendimento, per imparare cose nuove. Mentre quando il movimento è lento e piccolo c’è spazio per l’esplorazione, la scoperta e la consapevolezza. È l’unico modo per emozionarci veramente. La lentezza ci permette di sentire stimoli sensoriali molto piccoli, di cogliere differenze molto sottili.
Quindi: “Fate piano, fate poco, restate sempre entro il limite delle vostre possibilità di forza e di escursione di movimento. Fermatevi molto prima di sentire la fatica.”
Se avete già frequentato le lezioni di CAM (Consapevolezza Attraverso il Movimento) con il Metodo Feldenkrais, questa è una frase che sentite ripetere spesso dall’insegnante.
La lentezza è uno strumento potente. Il Metodo Feldenkrais educa alla lentezza, al rispetto di se stessi e del proprio ritmo.
Il vantaggio è un miglioramento, un affinamento della sensibilità che possiamo poi usare in contesti che richiedono rapidità di esecuzione e organizzazione ottimale. È così che si diventa efficaci e veloci.
Il tempo che passa ci fa strani scherzi. Ci sono anni della mia vita che potrei racchiudere in un attimo ed esperienze, viaggi, incontri così ricchi di emozioni che non basterebbero giorni per raccontarli. Sono proprio le emozioni provate che ci permettono di tenere un legame intenso con il passato, nel bene e nel male.
Quello che mi sembra di aver capito è che il futuro va pensato preparato creato e ci vuole tempo. Si tratta di vivere intensamente ogni momento. Di darsi il tempo, di prendersi il proprio tempo. Di non avere fretta. Si tratta di un altro mondo, nuovo e sorprendente.
“Dunque, lasciate che il tempo si allunghi un po’; lasciate cioè che il vostro orologio rallenti, che vada un pochino più piano, e vedrete che la vita migliora così rapidamente che è veramente un peccato che l’orologio non si fermi del tutto, per alcuni secondi almeno.” Moshe Feldenkrais.
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