Cosa c’entra il vino con il Feldenkrais?
Credetemi ci sono molte affinità tra una degustazione di vino e una lezione con il Metodo Feldenkrais. Occorrono tante degustazioni per diventare intenditori di vino così come occorre pazienza per affinare il nostro “sentire”. L’essere umano impara attraverso il sentire, attraverso l’esperienza personale, fisica.
Viviamo in una società dove tutto è troppo. C’è troppo rumore, troppo movimento, troppi stimoli. Ci sono momenti in cui ci sembra di impazzire per questo, siamo stressati. Il ritmo della vita quotidiana è frenetico e pensiamo di non avere la possibilità di fermarci a sentire, crediamo che la vita sia così, che non ci sia scampo. Pensiamo di risolvere tutto con la mente invece di ‘sentire’.
Dopo poco tempo dall’aver conseguito il diploma di Insegnate Feldenkrais ho cominciato a frequentare il corso AIS (Associazione Italiana Sommelier) per imparare a “degustare il vino”.
Il vino mi è sempre piaciuto così come il cibo o meglio il buon vino e un buon cibo! Ma frequentare questi incontri è stata una scoperta sensazionale! Già, proprio sensazionale perché i miei sensi erano esaltati! Pian piano aumentava la consapevolezza del mio senso dell’olfatto, del gusto, ma anche della vista. Infatti, ci sono dei vini che hanno dei colori meravigliosi, basti pensare al giallo oro di un vino dolce passito siciliano come il Passito di Pantelleria e si vede il colore del sole dell’isola nel bicchiere. Dentro il bicchiere ci sono suoni e colori perché degustare evoca i ricordi di viaggi nella terra dove quel vino è stato prodotto.
Ero affascinata perché scoprivo piano piano un mondo. Venivo a conoscenza di tanti vitigni scampati all’estinzione, di tecniche di vinificazione, di lavoro e di fatica da parte dell’uomo e nello stesso tempo di passione, di creatività e di gioia. Questa conoscenza del mondo esteriore diventava anche conoscenza interiore perché i miei sensi si ampliavano. Percepivo i profumi cercando di distinguerli uno per uno e questo era inversamente proporzionale alla quantità di vino che bevevo! Alla quantità di tempo che dedicavo ad ogni sorso! Come era possibile!? Ma era la meraviglia dopo la meraviglia perché era successo esattamente lo stesso quando avevo cominciato a praticare il Metodo Feldenkrais! Anzi adesso potevo mettere in pratica quello che avevo appreso. La maggiore consapevolezza raggiunta mi dava la possibilità di godermi questo nuovo processo!
Durante gli anni della formazione per diventare insegnante del Metodo Feldenkrais avevo giocato con il movimento. Tutte le parti del mio corpo erano entrate nel gioco e si erano create tante esperienze positive. Esperienzefatte di sensazioni corporee di rilassamento, di minore tensione, di piacere nel lasciare andare il peso al pavimento e ricevere sostegno. Dopo certe lezioni migliorava incredibilmente la mia vista o l’udito.
Adesso con la tecnica della degustazione potevo affinare ancor più tutti i sensi. Mi sembrava di seguire lo stesso filo conduttore ed era esaltante!
Il vino non si beve soltanto, si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e se ne parla. Edoardo VII (1841 – 1910)
Degustare è sorseggiare, ricercare, scoprire, non avere fretta, ripetere ed emozionarsi.
Una tipica degustazione di diversi vini richiede attenzione, di non avere fretta e non occorre berne grandi quantità. Se si beve tanto si rischia di perdere la sensibilità delle papille gustative e diventa difficile notare differenze sottili. Gli intenditori addirittura sputano il vino dopo averlo ben roteato in bocca. Infatti, deglutirlo interferisce con la capacità di sentire l’odore, il gusto del prossimo vino in degustazione. Si preferisce mangiare del pane per pulire il palato in modo da tenere distinto il sapore di un vino dall’altro.
Le degustazioni spesso sono strutturate attorno a un tema e si assaggia un certo numero di vini, ad esempio un paio di bianchi e un paio di rossi della stessa regione o della stessa cantina oppure tutti rossi, tutti bianchi di una stessa regione o provenienti da zone vicine. Si può degustare un vino proveniente da uno stesso vitigno che però è stato coltivato in zone diverse. La degustazione diventa una ricerca delle somiglianze, ma soprattutto delle differenze tra i vini selezionati perché ogni vino è unico e vanno esaltate le sue particolarità.
Degustare troppi vini nella stessa serata o accostare vini diversi scelti a caso rende più difficile il riconoscimento di certi profumi, di certe loro caratteristiche soprattutto quando si sta imparando.
Il tipo di attività di una lezione di movimento con il Metodo Feldenkrais (CAM) è più simile ad una degustazione che all’attività fisica fatta in palestra.
Molte lezioni sono strutturate in modo da focalizzare l’attenzione su una particolare zona del corpo, oppure sul rapporto tra due zone. Soprattutto, non va dimenticata la funzione svolta da quelle parti come per esempio i piedi e le gambe per la funzione del camminare, il bacino e le gambe per la funzione di stare seduti. Per facilitare il compito di notare le differenze tra i due lati, spesso i movimenti si fanno fare su un lato e poi si ripetono sull’altro, anche solo nell’immaginazione. A volte la lezione è limitata ad un solo lato per evidenziare il suo effetto dopo che è finita.
I movimenti sono semplici, piccoli e lenti. Sono piccoli assaggi piuttosto che sorsi, per aiutare la persona a distinguere le sensazioni e permettere al sistema nervoso di registrare le informazioni. La lezione prevede pause frequenti e riposi per ascoltare il respiro, osservare come le parti del corpo si muovono e la relazione tra diverse parti.
Lo stesso succede quando degustiamo. Un piccolo assaggio, una pausa, niente fretta e poi un po’ di pane per pulire il palato e passare ad un altro vino. Muoversi troppo rapidamente o troppo, ignorare il respiro, fare attività fisica in palestra è come bere troppo o mescolare vini a caso.
Un degustatore di vini alle prime armi probabilmente non sarà in grado di percepire tante sfumature di profumi e sapori come un esperto sommelier o non sarà in grado di tradurre in parole l’esperienza con facilità e ricchezza espressiva.
Per il Feldenkrais vale lo stesso discorso: potresti non essere in grado di percepire te stesso all’inizio del percorso, ma col tempo e attraverso la pratica, potrai coltivare il tipo di attenzione che ti permetterà di sentire di più, di notare le differenze e sviluppare la tua consapevolezza, così come un bravo sommelier riesce dopo anni di pratica a riconoscere il “terroir” e persino l’annata del vino in degustazione.
Praticando Feldenkrais diventiamo intenditori di movimento, alla continua ricerca di qualità e non di quantità. Quando ripetiamo non ripetiamo mai lo stesso movimento nello stesso modo perché nella consapevolezza siamo diversi momento dopo momento, così come quando assaggiamo lo stesso vino della stessa annata e della stessa cantina e scopriamo che ci sono delle differenze, seppur minime, se il vino non è della stessa bottiglia. Impariamo a trattare noi stessi con cura e rispetto come faremmo con un vino di un’annata particolare. Potrebbe valere anche per noi la regola che quando il vino invecchia è più buono!
Comunque sia l’esame da sommelier l’ho passato!